Storie di un backstage, dietro alle quinte della Personale Diego Magliani
Gran finale con il botto ed un racconto di backstage!
L'esperienza con Diego Magliani è stata davvero una novità che mi ha incuriosita.
Posso provare a raccontare ciò che ho notato, le mie impressioni e sensazioni.
Mi ha arricchita osservarlo all'opera... ha ampliato le mie conoscenze e mi ha guidata con gran garbo.
Organizzare per una persona di cui non solo adoro tutta la produzione artistica, impressionante per vastità e settori in cui spazia, è stata un'esperienza inaspettata e rivitalizzante.
Ogni volta Magliani si conferma essere la mente fervidamente creativa, piena anche di inaccessibili zone d'ombra, di cui mi ha dato l'impressione la prima volta che l'ho visto.
Artista scafato, attento e perfezionista...!
Mente aperta ad ogni proposta ed estremamente disponibile e flessibile, anche se nell'immediato sembra prenda tutto per gioco, chiuso a galleggiare nel suo mondo, allegro e scanzonato anche se immerso nei suoi pensieri, è in grado di ribaltare con fermezza quest'impressione e di far comprendere bene che sa benissimo il fatto suo e che in lui c'è molto più di quel che da a vedere.
La sua arte la propone molto seriamente ed in modo professionale, allestendo la sala con cura ai dettagli e disponendo tutto come se fosse lui stesso a dover visitare la mostra.
Inutile dire quanto fossi curiosa di vedere i suoi dipinti dal vivo e non lo dico perché io voglia ingraziarmi chi leggerà, ma quei dipinti sono davvero impressionanti.
La nuova serie "SPOGLIAMI", a cui ad ogni dipinto ha abbinato un testo in tema con l'espressione come se il dipinto esprimesse il suo pensiero, ha coinvolto non solo me ma chiunque abbia varcato la soglia quel giorno, era davvero incantevole vedere quanto le persone fossero realmente affascinate
quasi ipnotizzate da quei volti, molte han voluto essere fotografate infatti con la loro musa.
I giochi di ferro sono piaciuti moltissimo per innovazione, particolarità e raffinatezza, le sue vignette Omini hanno divertito strappando risate e sorrisi.
Un occhio di riguardo io l'ho avuto per un dipinto inedito degli Omini, che a mio avviso è una magnifica allegoria, in cui io mi son persa...
Il Body Painting ha intrigato ed interessato gli avventori, è stato unico poter partecipare e fare da osservatore esterno. La capacità d'improvvisare traspira la sicurezza di chi, pur seguendo l'istinto con visionaria ispirazione del momento, sa sempre cosa fare e come. Parlando con i presenti, quindi non soltanto una mia impressione, una giornata divertente ed emozionante!
Seguire passo a passo l'evolversi della giornata, vedere con quale cura ed attenzione ai dettagli lavora è stato interessante. Divertentissimo ed affascinante, calarmi nel ruolo di narratore esterno, tentando di catturare dettagli, particolari, attimi, anche quando ho seguito lui e la modella per Via Sestri, nel tentativo di rendere bene l'idea immortalando, passo dopo passo quest' Artista, come fossi un diario di bordo, provando di narrare non solo la giornata ma cercando di catturare negli scatti e fermare nel tempo le emozioni che mi trasmetteva l'assistere al servizio fotografico ed al body painting che stava effettuando e nel contempo cogliere il più possibile l'anima Magliani in ogni sfumatura.
Ho trovato il suo bagaglio culturale, umano ed anche di vita davvero ampio e credo sia il punto di fusione in cui in lui la profondità e l'alto piano di pensiero si tuffano in un mondo straordinario tutto suo da cui emerge una delle sue caratteristiche più rare: quella di saper vedere oltre di saper andare oltre, di rompere gli schemi che legano una classica esposizione , libero, a volte con irriverente leggerezza, ma mai con arroganza risultando piacevolissimo a tutti, di non stare limitato in uno spazio o ad un concetto fisso continuando e creare nuovi ed improvvisati eventi, mondi, durante l'evento ed all'istante, cambiando e mischiando, improvvisamente, tutte le carte in tavola. Diego è una di quelle rarissime persone che anche se ti mandano a quel paese...tu ridi!
Personalità particolarissima ricca di contrasti, camaleontico ed istrionico, quest'artista ha avuto la capacità di concentrarsi senza perdere in leggerezza, d'esser fermo senza perdere in delicatezza e mille altri contrasti e sfumature che non starò a descrivere, ma ho colto, questa non è una commemorazione ma un inno all'allegria ed alla vita.
Quella che lui ha portato quel giorno in mostra "con" le sue opere.
Non è una sciocchezza, come molti possono pensare, quella che ho appena detto.
Diego Magliani non è il canonico artista da esposizione statica, lui è lo spettacolo nello spettacolo, è un narratore, un poeta trovatore, è un onda emotiva che coinvolge gli spettatori come un attore di teatro, è un Artista a 360 gradi!
Io quel giorno a differenza di tantissime altre mostre viste, ho visto una sala di gente allegra, contenta d'essere li'... ma soprattutto una sala di persone con il sorriso, con la voglia di ridere e scherzare di chi sa di poter esser se stesso senza sentirsi come un pesce fuor d'acqua, ho percepito l'armonia e la ventata di freschezza che porta con se contagiando tutto l'ambiente circostante!
Qui' sotto riporto ciò che scrive il critico d'arte Francesco Mutti su Diego Magliani :
DIEGO
MAGLIANI
" Non
esiste più niente di sorprendente, in arte. E ben poco di
divertente. Eppure, che ne dicano vecchi saggi o giovani stolti dal
potere inimmaginabile; e anche considerato il faticosissimo momento
storico, il “divertimento” rimane l’ultima qualità di questa
arte contemporanea che, più che contemporanea, dovrebbe essere
chiamata “arte odierna”, “arte oraria”, “arte al minuto”
– e, perché no, certe volte anche “arte al dettaglio”. Per
alcuni non si vende, forse, persino “a peso”? Ebbene sì! Abbiamo
già visto tutto. Abbiamo già sperimentato tutto. Abbiamo assaporato
ogni pietanza che potesse solleticare il nostro prezioso palato.
Abbiamo inscatolato il grosso, impacchettato il resto, tagliato,
bruciato, spezzato e riaggiustato tutto ciò che potevamo tagliare,
bruciare, spezzare e riaggiustare. E, banalmente, con sguardo
altero e annoiato, snobbiamo le buone idee come se non fossero altro
che insipide elucubrazioni, degne al massimo di poche allodole
attratte, come da loro natura, da specchi abbandonati al sole e
perline colorate. Poveri noi! Dove è andata a finire tutta
l’energia? Dove è andata a finire la voglia di sperimentare? Il
desiderio di sorprendere? O, ancor più, quella benedetta “anima
artistica” che come un fuoco sacro scaldava gli animi di tutti?
Ah già, pardonne moi: non sia mai che fossimo scortesi né tantomeno
sciocchi o ingrati! Non sia mai che non riconoscessimo a “Cesare
ciò che è di Cesare”! A spron battuto, cavalcando un’onda di
facili, carnali entusiasmi, a intervalli regolari ogni due, tre,
quattro anni sapienti Magi ci ricordano che gli asini non volano –
ma i cavalli sì! Appesi all’ultimo cielo che ci rimane. Ma
privilegiati. Eternauti del nostro tempo artistico. In memoria dei
bei tempi che furono, esempio per coloro che verranno. A tutto ciò,
molto felicemente, ci sottrae Diego Magliani: ci attende là, al
varco, neanche troppo paziente, con quel suo pazzo sorriso in volto
al limitare dell’intricata foresta che avvolge il nostro panorama
artistico. Attende noi viaggiatori come fossimo chissà chi –
conosce bene i suoi polli, scaltro fattore – preferendo comunque
far finta di niente. Che è ciò che gli riesce meglio. In
realtà egli ha trovato una montagna d’oro! Un forziere stracolmo!
Glielo si legge negli occhi. E lui lo sa! Fa ancora finta di non
sapere. Eppure lo tradisce la sua mente. Lo tradiscono le sue
intuizioni. Lo tradiscono le sue mani. Esperte propaggini ai suoi
comandi. Ai quali lui chiede ogni notte la luna. Che fortuna
sfacciata! Con lo sguardo piratesco al quale manca solo la benda
sull’occhio e quel suo viso sornione oggi stranamente non ancora
dipinto, ci guida tra i sentieri nascosti e le valli incontaminate di
questa personalissima lussureggiante vallata a cui lui non ha dato un
nome. Ma neppure gli interessa. Ninfe e muse vi abitano: questi
esseri femminei, dalla bellezza conturbante, avvolgono il pensiero
nel desiderio. E non è cosa da niente! Dopo poco eccole, si
avvicinano con timidezza. I nostri sguardi si incrociano. I corpi
fremono. Persino la volontà vacilla. Siamo messi alla prova. Molto
difficile è il resistere. Amano raccontare inebrianti storie, sirene
caleidoscopiche di un sogno mai realizzato o di una fantasia
sull’orlo del precipizio. Ma niente di più. Incatenate a quella
loro condizione, che è stata scelta personalissima e volontaria,
l’artista ne ha sublimata l’essenza, ne ha trasceso la fisicità
con una sapienza impensabile in passato: che la pratica renda
perfetti? Per alcuni fortunatamente è ancora così! Magliani
inventa veloce le loro morbidezze. Le fortifica. Le celebra. Corpi
feromonici di donna. Vi si avventa come farebbe un felino con la sua
designata preda. Sapendo a cosa va incontro. Rischiando in prima
persona. Perché è cosa risaputa, le sirene ingannano: e che pirata
sarebbe allora se non avesse un po’ di coraggio?"
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